Change è! mission

 

Cercavamo un luogo singolare, dove il teatro, la danza, la musica, le arti visive, potessero trovare uno spazio di propria visibilità e di interrelazione anche nel territorio del Basso Salento – Capo di Leuca.

 

“Un luogo intelligente, che significa essenzialmente, dotare uno spazio in cui vivere di sensori, di occhi, di orecchi; un luogo dove porre il corpo, il corpo danzante, recitante o comunque installativo; uno spazio, che non è più un semplice contenitore, ma alimenta il motore propulsivo dello spettacolo” Flavia Sparacino

 

 

Nasce nel Salento, nella città Alessano, la prima casa delle culture contemporanee, totalmente dedicata al teatro fisico-coreutico autoriale, alle installazioni performative multisesnsoriali, alla musica contemporanea ed elettronica, alla letteratura, alla poesia e a molto altro ancora. Nasce con un preciso intento: promuovere la sperimentazione nel campo delle arti performative tutte (con un’attenzione privilegiata alle esperienze di fusione e trasversalità fra le arti e ad un uso inedito dei nuovi linguaggi scenici, resi possibili dalle nuove tecnologie), attraverso un’attività di progettazione culturale, in costante collaborazione con altri Centri Culturali in Internazionali.

CHANGE si propone di diventare anche un punto d’incontro per gli artisti, offrendo loro la possibilità di cooperare e di condividere esperienze. A livello territoriale la CASA intende introdurre il pubblico cittadino alle più innovative tendenze della sperimentazione artistica e ai loro processi creativi.

CHANGE! dimostra dunque questa duplice volontà di perseguire i fini delle nuove direzioni della ricerca artistica e di offrirsi alla nuova sensibilità dello spettatore come uno spazio multiforme, in cui lungo il percorso egli possa incontrare avvenimenti, frammenti, spettacoli, con la sensazione che “qualcosa sta accadendo più in là”.

 

Il Comitato Promotore di CHANGE! Casa delle culture contemporanee è impegnato da diversi anni, nella creazione di un centro-focus che ha fortemente voluto realizzare, nonostante le numerose difficoltà, riferite in particolare alla carenza di risorse finanziarie, ma anche alla totale scarsità/limitatezza di sensibilizzazione politica che non ha mai avuto alcun riscontro. Nel 2005, avevamo elaborato un progetto che aveva già una missione ben precisa: riuscire a presentare nel Basso Salento, opere di teatro fisico e coreutico autoriale (nel loro contenuto più vasto), opere installative multisensoriali, opere musicali contemporanee, ospitandole trasversalmente su tutto il territorio omogeneo, e occupando tutti gli spazi possibili, poiché molti degli artisti che avevamo coinvolto, lavoravano con il sistema del site specific, utilizzando quindi anche i luoghi di transito (vetrine, stazioni della linea ferroviaria Sud Est, bar e angoli di osservazione, facciate di palazzi, centri storici, piccole nicchie di scarsa visibilità ma di grande valore estetico-urbanistico, luoghi del degrado in tempi del degrado, etc.). Nello stesso anno, il progetto è stato ripetutamente presentato ad alcune istituzioni politiche territoriali del Capo di Leuca, con il solo risultato di un accaparramento dello stesso, da parte di alcuni, riproposto negli anni successivi sotto “altra forma” di evento.

Abbiamo ripreso a lavorare in piena autonomia, senza supporti/contributi istituzionali pugliesi, ma in stretta collaborazione e con il sostegno di Istituzioni Diplomatiche e Culturali internazionali; con profonda caparbietà, sempre più convinti che il teatro, la danza, la performance, le installazioni, le tecnologie sperimentali, sono i linguaggi che da sempre sono in simbiosi e che da anni hanno accompagnato l’evolversi delle varie discipline artistiche verso un loro incontro inevitabile e sempre inevitabilmente un incontro in territori multipli; un incontro radicalizzato anche grazie alle nuove tecnologie, il cui uso diffuso ha creato ormai una sorta di nuova grammatica di fatto, una nuova sensibilità verso il vedere multiplo, attivato nella quotidianità come nell’analisi di linguaggi espressi da tutti i sensi che travasano in continuazione emozioni.

Molti degli artisti coinvolti, concentrano la loro ricerca sull’azione estetica non disgiunta dalla realtà concreta del vivere quotidiano e perciò interagiscono essenzialmente con gli spazi e il tempo del vivere profondo.

Con questo, la nostra e la loro ricerca è protesa verso una nuova definizione di arti in un ambiente sensibile.

Le attività e le rappresentazioni si svilupperanno prevalentemente nella Manifattura ex Monopoli. Alcune delle attività, saranno realizzate anche in spazi del territorio omogeneo interni ed esterni, adattabili a questo incontro tra segni divergenti: luoghi di grande immagine rappresentativa ma chiusi, perciò luoghi non usufruibili abitualmente alla vista e all’uso quotidiano, luoghi eccentrici anche per gli stessi abitanti del territorio omogeneo e luoghi di percorrimento abituale .

Si potranno così creare nuove visioni del territorio, attraverso l’installarsi di diverse tipologie di arte. Il tutto non concepito per eventi separati, ma tendente a creare un ambiente sensibile vale a dire un luogo pulsante e vivo che integra il suo essere già esistente (stilistico, sociale, artistico storico, antropologico), con i segni del contemporaneo, che vi si installano temporaneamente creando un sistema di relazioni essenziali per la doppia conoscenza. E ancora, non un sistema di rappresentazioni a blocchi chiusi, ma uno slittare di un segno nell’altro, di un’immagine del corpo e suono nell’altro, di un’azione elettronica in un’architettura barocca o rinascimentale, di un’azione di un corpo decostruito in un’immagine e luogo storicamente acquisiti e perciò storicizzati, un determinarsi insomma, di un respiro pacato e calamitante, che possa integrare ed integrarsi quasi venisse meno la consapevolezza di assistere da spettatore, per divenire parte dell’avvenimento.